lunedì 22 ottobre 2012

E' solo una bicicletta!



Rieccomi!
Voglio scusarmi per il prolungato silenzio con i miei numerosi lettori (ciao Francesca!), ma gli impegni sono tanti e le energie molte meno. Proverò a essere più costante (capito Francesca?).
Raccontino breve.
Sabato pomeriggio. Io in bici, diretto a Trastevere per una mostra di fotografia (Giacomelli + Berengo Gardin! Straordinario!). Arrivo a un incrocio, un terzetto attraversa la strada tagliandola a me, senza guardare se qualcosa (auto, moto, io) stia arrivando. Una del terzetto urla all'amica: "Ao', sta' attenta!" E l'amica, spaventata dall'avviso e non certo da me risponde: "EEEEHH! ( <= urletto isterico) E' 'na bici, mortacci tua!"
Ora, parliamone un attimo.
Chiaramente la prima reazione è stata ridere dell'urletto isterico e del mortacci tua.
Poi però ho pensato -in bici si pensa un sacco- e mi sono venute in mente tre possibili letture di quel "è 'na bici!" (mortacci tua, non dimentichiamolo!).
1) La ragazza intendeva dire "è solo una bici, che male può farmi?".
In tal caso vorrei dire alla ragazza e ai miei numerosi lettori (dico a te Francesca!) che una bici pesa una decina di kili sicuramente, ma soprattutto io ne peso un'ottantina (sigh!) e, anche a soli 20 km orari, 90 kg addosso a un pedone possono fare un bel danno, per quanto minore di quello di un frontale con un Tir.
E posso farmi dei danni io, ma figuriamoci se questo interessa!
2) La ragazza intendeva dire "è solo una bici, i suoi spazi di frenata, calcolando a occhio la sua velocità apparente, sono sufficientemente brevi per evitarmi o fermarsi!". In tal caso, mortacci tua era una crasi per la frase che va da "i suoi spazi" fino a "fermarsi".
Supponendo fosse questo il pensiero -ma ne dubito- la ragazza (e con lei Francesca) deve sapere che la bicicletta è sottoposta al principio di inerzia come ogni altro oggetto (in un sistema inerziale, naturalmente). Conseguentemente, a soli 20 km orari di velocità, anche inchiodando brutalmente, bene che vada accadrebbe quanto illustrato nella foto che correda questo mio delirio. Il che significherebbe finire addosso alla ragazza e ai suoi amici e farmi male io. Ma figuriamoci se questo interessa!
Poichè, 5 minuti dopo quel simpatico episodio, una signora con due cani ha addirittura fatto appositamente una corsetta pur di passarmi davanti, a mezzo metro di distanza, piuttosto che far passare me che avevo il semaforo verde e costringendomi a frenare per non prenderla, ecco, ritengo che i pedoni debbano sapere che un ciclista addosso a un pedone può far danni.
E può farsi dei danni a sua volta, ma figuriamoci se questo interessa!
3) La ragazza intendeva dire "è solo 'na bici, nun conta 'n cazzo!". Sempre con il "mortacci tua", ovviamente.
Devo ammettere che è la più assurda. E che mi sembra la più plausibile. Esagero? Considerando quanta autostima sembra acquisire chi guida un SUV, probabilmente, per tanti, chi sta in bici semplicemente è troppo piccolo per contare e dunque non merita grande considerazione.
Anche se può far male. Soprattutto anche se può farsi male. Ma figuriamoci se questo interessa!

domenica 15 luglio 2012

Battuta d'arresto per l'utilizzo della bici, piace ma stenta ad imporsi


Oggi riprendo un articolo letto su Tiscali, ma di provenienza Adnkronos. Ringrazio gli autori e spero di non aver infranto qualche legge.

Roma, 21 mag. - (Adnkronos) - La bicicletta è il mezzo che più di altri permette di meglio trascorrere il proprio tempo libero. Ciò nonostante le due ruote stentano ad imporsi come mezzo di mobilità alternativo e registrano una battuta d'arresto. A scattare l'istantanea è l'Osservatorio Audimob di Isfort, l'Istituto superiore formazione e ricerca per i trasporti.
In particolare dall'indagine emerge che il peso complessivo della bicicletta ha conosciuto una forte crescita nel triennio 2004-2007, raddoppiando la propria quota modale (dal 2% al 4% del totale degli spostamenti degli italiani con un'età compresa tra 14 e 80 anni), per poi lentamente ripiegare, con percentuali che negli ultimi anni tendono a variare intorno al 3,5% (fig. 1). Si tratta di valori, che come sottolinea l'istituto, ancora molto distanti da quelli a due cifre registrati in alcuni Paesi dell'Europa settentrionale.
Analizzando con più dettaglio il profilo degli utenti della bicicletta, nel 2011 gli spostamenti con le due ruote non motorizzate sono stati effettuati essenzialmente dagli uomini (il 53% del totale), dagli occupati (ben il 48% contro, ad esempio, l'11,7% degli studenti), da chi vive nelle città di media-grande dimensione e nelle regioni del nord-est dell'Italia. Qui si concentra quasi la metà del totale degli viaggi in bici (il 46,4%), a fronte di un modestissimo 6,8% registrato nelle regioni del Sud e un 12,8% in quelle del centro.
La bicicletta rimane, però, il mezzo migliore per trascorrere il tempo libero. E' questa la motivazione principale nella scelta delle due ruote espressa dagli italiani, seguono le proprietà salutiste e la capacità della bicicletta di dribblare il traffico e le code. Nella precedente rilevazione del 2007 i primi due fattori di scelta occupavano posizioni inverse, e ciò sottolinea la crescita dell'uso della bicicletta per il tempo libero (dal 28,9% al 33,3%) e la contrazione del suo utilizzo per motivazioni salutiste (dal 32,1% al 28,9%).
Sicuramente meno significative sono le motivazioni di tipo economico o ecologico. Tuttavia, aumenta la quota di ciclisti che utilizza le due ruote per risparmiare, forse anche per effetto dell'attuale crisi economica (dal 9% al 10,8%), mentre si riduce ancora la fetta di chi pedalando vuole combattere l'inquinamento (dal 9% al 7,7%). Le piste ciclabili e la sicurezza rappresentano le chiavi di volta per la crescita della bicicletta.
Secondo l'opinione degli intervistati è, infatti, fondamentale realizzare nuove infrastrutture 'dedicate', in particolare piste ciclabili estese e soprattutto sicure, difese dai pericoli derivanti dal traffico stradale. Secondo l'analisi dell'Isfort, è probabile che questa scarsa percezione di politiche incisive per l'uso della bicicletta sia una delle cause dell'incremento degli intervistati che dichiarano di non possedere una bicicletta o di non avere alcuna intenzione di utilizzarla: il 34% del totale nel 2011, ben il 5,9% in più rispetto al 2007.
21 maggio 2012

Dati statistici a parte, non è che questo testo illumini qualcosa di nuovo, salvo quanto sia sentita la necessità di piste ciclabili, al punto che il non averle fa escludere l'uso della bici.
La quasi totalità dei non ciclisti con cui parlo mi guardano con un misto di ammirazione e riprovazione per il mio coraggio nell'andare in bici nel traffico romano. In altre parole, secondo molti è da pazzi farlo!
Ora mi chiedo: è mai possibile che i pazzi siamo noi ciclisti urbani e non quelli che rendono pazzesco andare in bici?

venerdì 29 giugno 2012

Moto, scooter e "Qualità del Traffico"

La foto postata sopra è presa in prestito dal sito sicurmoto.it e mi ricollego all'articolo che la foto stessa accompagna: In moto al lavoro. Con il 10% di motociclisti il traffico si ridurrebbe del 40%.
Comprensibilmente ognuno tira l'acqua al suo mulino, io certamente a quello delle due ruote non motorizzate, ma mi sembra interessante che nessuno guardi mai alla qualità del traffico.
Mi spiego: la ricerca evidenzia che -andando in moto- si impiega meno tempo che in auto. Cito testualmente: “se per spostarsi  durante l’orario di punta, il 10% dei conducenti fosse stato alla guida di una moto invece dell’auto il traffico ed i tempi di percorrenza si ridurrebbero drasticamente”.
E fin qui, se sorvoliamo su un paio di virgole mancanti e sulla consecutio temporum, siamo tutti d'accordo.

Ma la foto sopra mi permette di allargare il discorso.
Che a Roma ci sia traffico va messo in conto. Non è questione di opinioni: c'è ed è il più intenso d'Italia (anche se ogni automobilista di altre località dice che nella sua città è peggio). Ma quel che rende tremendo stare nel traffico di Roma è l'enorme caoticità che lo caratterizza.
E una parte essenziale dell'assoluto caos che caratterizza la mobilità stradale nella Capitale è data proprio dalle due ruote! Magari mi sto facendo dei nemici dicendolo, ma è sempre più evidente che le due ruote, gli scooter in particolare, non sono la soluzione, ma sono il problema!
Ok, ok, diciamo che sono una parte del problema.

Slalom a tutta velocità, totale mancanza di segnalazioni dei cambi di direzione, passaggi sui marciapiedi, attraversamenti col rosso, sorpassi a destra, invasioni della corsia opposta, totale mancanza di rispetto delle strisce pedonali e dei limiti di velocità.
Sono certo che questo elenco di gravi violazioni al codice della strada è largamente incompleto: basta osservare il comportamento medio dei centauri, specie degli scooteristi, per vedere un incredibile campionario di tali violazioni.
Per non parlare dell'aggressività di molti nei confronti di automobilisti, pedoni e -naturalmente- ciclisti.
Non di tutti, certo, e mi scuso con quelli corretti per averli messi nel calderone. Ma di troppi sì!

Qualità del traffico, dicevo all'inizio.
Se ci fosse meno aggressività, meno caos, meno lotta per stare davanti agli altri, anche se significa un "vantaggio" di solo mezzo metro, il traffico magari sarebbe lo stesso (forse), ma starci dentro sarebbe molto meno stressante.
Un piccolissimo esempio, da ciclista. Con la bici, ai semafori tento di mettermi davanti ai mezzi motorizzati per non respirarne gli scarichi. Davanti, ma ben posizionato sulla destra, sia chiaro. Immagino che lo stesso, per la stessa ragione, cerchino di fare gli scooteristi. Ma allora perché, ogni volta sistematicamente, uno o due di loro mi si piazzano davanti, facendo slalom improbabili per arrivare lì, spesso sfiorandomi, sempre intossicandomi, anche se io non emetto gas di scarico?
Io la chiamo aggressività e mancanza di attenzione e di rispetto verso l'altro.
Tu come la chiami?

venerdì 15 giugno 2012

Un buon motivo per allearsi alle biciclette



Da qualche mese a questa parte si vede in giro per Roma un buon numero di biciclette, tra cui la mia. Nulla di paragonabile ad altre città italiane e ancor meno paragonabile ad alcune estere, ma comunque tante più che in passato.
Parliamoci chiaro: Roma non è certo una città amica delle bici! Quindi vedere tanti "colleghi" ciclisti mi è sembrato molto incoraggiante.
Parallelamente ho l'impressione che le biciclette siano sempre meno gradite dagli automobilisti (mentre gli scooteristi -semplicemente- fanno finta che non ci siano e si comportano come se davvero non esistessero, passando un po' dove gli pare).
Le ragioni di questo basso gradimento sono da ricondursi alla velocità, anzi, alla non velocità della bici. In una città perennemente di fretta (ma solo alla guida: magari ci fosse la stessa solerzia in altri contesti!), un mezzo che procede a 10 - 15 km/h deve essere intollerabile!
Se poi quello stesso mezzo riesce a starti accanto o davanti per lunghi tratti, non perché impedisca il sorpasso, ma perché nel traffico si muove meglio e magari mantiene ovunque quei 10 km/h che sul Lungotevere o sul Muro Torto possono essere un sogno per l'automobista, allora i ciclisti diventano proprio antipatici!
L'antipatia la tollero bene, ma invito gli automobilisti di passaggio su questo blog a riflettere sulla foto sopra.
Riflettiamoci insieme.
La maggior parte delle auto incolonnate nel traffico è occupata da un solo passeggero; solo poche da due persone. Dunque il numero di auto necessario a far spostare 60 persone è, se non di altrettante macchine, almeno stimabile in 45.
Quanto spazio occupano 45 auto? Se consideriamo che le Smart sono almeno due metri e mezzo di lunghezza (non sembra, ma è così) e che non tutte le auto sono Smart, possiamo tranquillamente dire che 45 auto, incolonnate, creano circa 150 metri di traffico.
Di autobus e metro non parlo, perché stravincono negli spazi, ma la comodità è quella che è, purtroppo.
Ma di bici parlo!
60 biciclette, ognuna di lunghezza media sui 180 cm, incolonnate occupano meno di 110 metri, quindi già c'è un risparmio netto di 40 metri. Ma mentre le auto devono stare incolonnate per forza in una carreggiata, i ciclisti no: c'è tranquillamente spazio anche per 2!
Teniamoci larghi: stimiamo lo spazio occupato in tal modo dalle bici in 60 -70 metri?
Risparmio netto di spazio (e di traffico) grazie a 60 biciclette: almeno 80 metri!
Se sulla Nomentana (tanto per fare il nome di una strada - serpentone di auto) ci fossero 600 persone che prendono la bici, si risparmierebbero 800 metri di spazio. Più o meno il tratto da Porta Pia a Corso Trieste. 
Quindi, cari automobilisti, anziché spazientirvi e renderci la vita difficile, provate a pensare che -per ogni bici in più in giro- c'è un po' di spazio in più per voi.
Ci alleiamo?

giovedì 7 giugno 2012

Corso Vittorio

Il pezzetto di Roma che mi sono ripreso oggi è Corso Vittorio.
Be', me la sono ripresa da qualche mese, ma oggi la racconto.

Per i non residenti: a Roma la via che porta da largo Argentina al lungotevere, verso S.Pietro, si chiama Corso Vittorio Emanuele II. Per gli amici: corso Vittorio.
Come piazza Vittorio, che in realtà sarebbe piazza V. Emanuele II, ma è troppo lungo da pronunciare.
Per evitare confusioni, via Vittorio Veneto viene chiamata semplicemente via Veneto.

Tornando a cosa mi sono ripreso, corso Vittorio è ZTL, dunque percorribile alle auto solo in alcuni orari (dalle 18 nei giorni festivi, poi di nuovo off limits dalle 23 nei giorni festivi). Risultato: è raro che io riesca ad attraversarla in macchina.
Ora, la via in sé è quella che è, ma sfiora p.za Navona e Campo de' Fiori, arriva a largo Argentina, sfocia in via delle Botteghe Oscure e a piazza Venezia.
E io la percorrevo sì e no tre volte all'anno!
In bici, solo oggi due volte.
In media, tre volte alla settimana me la riprendo all'andata e al ritorno!

E' di nuovo mia.
E in questa stagione ci sono pure tante turiste, che non guasta neanche un po'!

Meditate, automobisti, meditate.

mercoledì 6 giugno 2012

Mi sto riprendendo Roma!

Come dicevo nel primo post, la prima strada che ho trovato per sopravvivere a Roma è stata quella di riprendermi la mia città.
Riprendermi Roma!
Lo ammetto, non ho combattuto molto per non perderla: è accaduto giorno per giorno, attraverso piccole rinunce. Tutte troppo piccole per sentirle davvero. 
Progressivamente -senza neanche accorgermene- ho rinunciato a quella strada perché troppo caotica, a quel quartiere perché troppo incasinato, a quella zona perché troppo modaiola. Poi ho rinunciato del tutto a uscire il sabato sera, perché c'è troppa gente in giro e non si parcheggia e c'è la fila ovunque e il lungotevere sembra il raccordo all'ora di punta. La prossima rinuncia sarebbe stata il venerdì, per gli stessi motivi.
A poco a poco, Roma ha perso il suo appeal su di me. E certo! Ho permesso a me stesso di rinunciare a tanti di quei pezzetti che mi è rimasto davvero troppo poco!
Anzi, troppo poco di bello e troppo di stressante: traffico, caos, difficoltà di parcheggio purtroppo erano ancora lì, il piacere a poco a poco no.
Poi ho deciso di provare a cambiare.
Ho fregato la bici a mio fratello (che ne ha una nuova e che non ne è stato affatto dispiaciuto, anzi me l'ha offerta proprio) e l'ho portata a Roma.
Con la bici ho iniziato a riprendermi Roma.

Sondaggio: i maggiori pericoli per il ciclista a Roma

Quali sono i maggiori pericoli per il ciclista a Roma?
Furgoni delle consegne (al mattino)
Autobus
Donne che accompagnano i figli a scuola
Donne che corrono a riprendere i figli (al pomeriggio)
Scooteristi e motociclisti
Taxisti
Pedoni che attraversano all'improvviso

Seriale